LA SCIENZA È (ANCHE) DONNA!

Scienza

L’11 febbraio è stata celebrata la decima Giornata mondiale delle donne e delle ragazze nella scienza; essa venne istituita, infatti, nel 2015 dall’Assemblea delle Nazioni Unite, con il Patrocinio dell’UNESCO, con lo scopo di ottenere un futuro di parità e opportunità migliori per il genere femminile anche nell’ambito scientifico. Tale evento internazionale valorizza il contributo delle ragazze e delle donne che operano o hanno operato nel settore scientifico, tecnologico, dell’ingegneria e della matematica, tramite conferenze, seminari, incontri e iniziative varie per sensibilizzare l’opinione pubblica. 

Secondo i dati forniti dall’Unesco meno del 30% dei ricercatori nel mondo è costituito da donne e nel nostro Paese solo 400.000 di esse operano nel settore STEM: è, perciò, fondamentale la promozione dell’accesso femminile agli studi scientifici e ai lavori ad essi correlati. Le analisi dimostrano che il divario di genere è ancora troppo diffuso, conseguenza di stereotipi riguardanti le donne poco capaci e inclini alle discipline scientifiche, al punto tale che nell’area scientifica e matematica il tasso di occupazione femminile è inferiore a quello maschile di 6,3 punti percentuali. La scienza è stata, infatti, a lungo considerata una disciplina “per uomini”: la questione della parità di genere tocca in modo particolare proprio il mondo scientifico in cui esiste, ancora oggi, un inaccettabile divario tra i sessi non solo in termini di occupazione, ma anche di formazione e carriera.

Eppure tanti e validi sono i motivi per asserire che la scienza è anche donna. Basti pensare alle figure femminili che, con impegno e sacrificio, tra discriminazioni e pregiudizi, hanno cambiato il corso della storia: Marie Curie, premio Nobel e “madre della chimica moderna”, Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina, Margherita Hack, il cui nome è legato alla scienza astrofisica internazionale, Amalia Ercoli, consulente scientifica della NASA, dell’ASI e dell’ESA, Fabiola Gianotti, prima italiana alla guida del Cern, Samantha Cristoforetti, prima italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea, solo per citarne alcune. Un’altra donna ad aver fatto la differenza è Maria Montessori, una delle prime italiane ad aver ottenuto una laurea in medicina, studiando anche pedagogia e psicologia: l’eredità formativa che ci ha lasciato promuove una visione scientifica dell’apprendimento che applica i principi psicologici al metodo educativo.

La Giornata mondiale delle ragazze e delle donne nella scienza diventa, quindi, anche un’occasione per ricordare tutte le conquiste femminili in ambiti dominati dalla presenza maschile e per non dimenticare gli obiettivi ancora da raggiungere: abbattere gli stereotipi, eliminare i pregiudizi, incentivare un accesso paritario delle donne alla scienza, promuovere l’uguaglianza di genere.

(scritto da Camilla Di Girolamo - Redazione Blog)